domenica 16 dicembre 2012

Fino alla fine del mondo - 4 -

La mamma dorme, stamattina. Avvolta nelle coperte, dorme. Così tanto dorme che non si è svegliata neanche quando Gaia l’ha toccata con la manina sulla spalla. Neanche quando l’ha toccate un po’ più forte, poi il papà l’ha chiamata di là e lei è corsa in cucina. Non c’era Nicolò a fare colazione: dorme anche lui, magari. Il papà tossiva forte mentre le metteva a scaldare il latte, la mamma dorme stamattina, anche Nicolò, ha detto il papà. Non bisogna disturbarli, ha detto, non bisogna andare a toccarli. Non si va all’asilo stamattina, ha detto. Il papà ha un po’ di tosse, non si sente tanto bene, non si va all’asilo. Lei pensa che magari potrà guardare un po’ di cartoni animati, più tardi, allora. È seduta sulla sedia, sul cuscino, mangia un biscotto. Il papà ha le mani che tremano forte mentre le versa il latte, ne versa un po’ sul tavolo, vuole pulire e ne versa ancora urtando la scodella. Abbassa le mani, stringe la spugnetta, la guarda. Lei fa il gioco che il biscotto sopra fa affondare quello sotto, ma non bisogna toccarlo col cucchiaio se no non vale. Non lo guarda perché guarda il biscotto, ma poi sente che la abbraccia piano, sente la sua mano sui capelli, sulla guancia: ha la mano calda caldissima, sudata. Le dice che papà è un po’ stanco, va di là a sdraiarsi un momento, poi dopo giocano e guardano i cartoni animati. Lei finisce il latte, quasi tutto, poi non sa cosa fare perché c’è molto silenzio e lei non la sa accendere, la televisione. Va alla finestra del balcone, guarda giù. Le piace guardare la strada, sembra quando Nicolò gioca con le macchinine, ma le macchine sono quasi tutte ferme adesso. Ne arriva una, adagio, fa una curva strana e si ferma sotto il semaforo, proprio. Scende una signora, ha un bel cappotto come di pelo, scende e si appoggia alla portiera e poi cade per terra, tutto il cappotto di pelo rotondo intorno come un gatto addormentato. Lei sposta la bambola Chetti sull’altro braccio, si mette il pollice in bocca. La mamma non vuole perché dice che ormai è grande ma tanto la mamma dorme, adesso. Anche il tram è fermo, il guidatore dorme sul volante, anche i signori seduti dormono, appoggiati indietro o con la guancia contro il finestrino. Ci sono altri signori per terra, sul marciapiede e anche sulla strada, dove non si deve mai andare, mai, solo per mano a mamma e papà. Lei si toglie il pollice dalla bocca, lo guarda sconcertata: per la prima volta in vita sua ne sente il sapore, è amaro, e anche un po’ salato. Poi fa un colpo di tosse. Poi un altro.

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